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La semola di grano duro

Tutto quello che c’è da sapere.

Se ti stai chiedendo che cos’è la semola di grano duro e quali sono i suoi utilizzi principali, sei arrivato nel posto giusto! Scopriamo insieme questo straordinario alimento.

Sommario

Cosa si intende per farina di grano tenero e per semola di grano duro

Ormai da secoli, la farina è centrale nella nostra alimentazione.

Soprattutto presso le civiltà mediterranee dove la lavorazione del grano tenero ha permesso di raggiungere risultati invidiabili in termini di creazioni culinarie e di tradizione gastronomica.

La farina appartiene a tantissime culture, le cui ricette sono oggigiorno alla portata di chiunque. Che siano di segale, di riso o d’avena, in commercio si trovano tantissimi tipi di macinato, ognuno con le proprie qualità intrinseche.

Con la farina si possono preparare numerosi impasti per panificati e dolci deliziosi. La farina deriva dalla macinazione del grano e in base al suo grado di raffinazione può essere di tipo 00 o 0, di tipo 1 o di tipo 2.

Che cos’è invece la semola di grano duro? Facciamo chiarezza.

Dalla lavorazione del grano duro si ottiene questo macinato chiamato appunto semola.

Dal colore ambrato, perché ricca di carotenoidi, la semola ha una consistenza granulosa ed una granulometria più grossa rispetto alla farina. Contiene inoltre fibre, minerali (come potassio, ferro, fosforo) e vitamine dalle qualità antiossidanti, come attestato dall’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Humanitas [1].

Nella versione rimacinata, la semola di grano duro è appunto macinata due volte ed è leggermente più chiara rispetto a quella originale. Tuttavia le sue proprietà rimangono intatte e continua a essere un alimento caratterizzato da un’alta digeribilità.

Tra i piatti più famosi preparati con la semola di grano duro ricordiamo le orecchiette pugliesi, i canederli, la fregola e gli gnocchi alla romana, nonché le tradizionali pagnotte salentine.

Pagnotta salentina

Per realizzare questo pane fragrante e saporito, ti basterà far sciogliere il lievito in mezzo litro di acqua frizzante, aggiungendo poi un mezzo chilo di semola di grano duro e mescolando il tutto.

Quando l’impasto sarà liscio e omogeneo, crea una sfera e adagiala in una terrina che coprirai con la pellicola trasparente. Lasciala quindi lievitare per una giornata e una volta trascorso il tempo indicato, aggiungi all’impasto anche un altro mezzo litro d’acqua frizzante.

Mischia energicamente gli ingredienti per almeno 20 minuti, quindi aggiungi anche del sale a piacere e infine ricopri il tutto con un canovaccio.

Trascorse quattro ore, riprendi l’impasto, modellalo come preferisci e mettilo in forno ventilato a 220° per 20 minuti.

Quando si sarà formata una crosticina dorata, potrai abbassare la temperatura a 180° e lasciar cuocere per altri 40 minuti.

Una volta pronta, sforna la tua pagnotta e tagliala ancora calda, accompagnandola con una dadolata di pomodorini freschi o una golosa marmellata fatta in casa.

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La differenza tra la farina e la semola di grano duro

Se si sta parlando della differenza tra farina e semola di grano duro, possono sorgere molti dubbi anche tra i più esperti gastronomi.

In entrambe le versioni, infatti, si tratta di un prodotto ottenuto dalla macinazione del grano.

La differenza sostanziale sta proprio nel tipo di cereale utilizzato per questo procedimento: se si tratta di farina, si intende convenzionalmente quella realizzata con il grano tenero, mentre la semola viene ricavata dalla molitura del grano duro.

Sia a livello visivo, sia nutrizionale, ci sono quindi molteplici differenze:

  • il grano tenero ha una forma rotondeggiante e una tonalità poco brillante, quello duro è invece più allungato e dalla consistenza meno friabile;
  • la farina, dopo la macinazione, risulta bianca e fine, mentre la semola è più grezza e connotata da un colore dorato;
  • in base al livello di raffinazione, inoltre, il grano tenero tende a perdere gran parte dei suoi nutrienti [2];
  • anche la capacità di assorbimento è diversa, perché il grano duro trattiene meno acqua ed è più tenace rispetto agli impasti realizzati con la farina;
  • le finalità sono diverse tra loro (la farina bianca verrà utilizzata per dolci lievitati e panificati, mentre la semola è indicata per la produzione di pasta);

la scala di raffinazione per il grano tenero varia dalla farina integrale a quella 00, passando per il tipo 0, 1 e 2.

La semola di grano duro fa male?

Se ti stai chiedendo se la semola di grano duro fa male, sappi che in realtà i suoi benefici rimangono praticamente invariati anche se si tratta di semola rimacinata.

Puoi scegliere quindi la variante integrale o la versione tradizionale.

Costituita da carboidrati complessi, la semola fornisce anche beta-carotene e luteina, nonché proteine. Inoltre, grazie alla presenza di fibre, la semola di grano duro integrale favorisce il transito intestinale e aiuta il benessere quotidiano del nostro organismo [3].

Ora che hai scoperto tutto quello che c’è da sapere su questo straordinario farinaceo, è arrivato il momento di metterti alla prova ai fornelli.

Sul sito de La Molisana troverai un’ampia scelta di semole, ognuna realizzata seguendo la migliore tradizione italiana. Prova la versione classica, quella rimacinata o la variante integrale.

Le 3 cose da sapere sulla semola di grano duro

Se per le tue preparazioni scegli di utilizzare la variante integrale, i tuoi panificati apporteranno sali minerali, vitamine e fibre.

  • Favorendo un indice glicemico basso, la semola è inoltre adatta per diete povere di zuccheri.
  • La semola di grano duro apporta carboidrati complessi e proteine.

La versione integrale, grazie alla presenza di fibre, favorisce il transito intestinale e aiuta a mantenere in l’equilibrio il nostro organismo.

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